MFormazione "il FIGLIO dell'UOMO" ARGOMENTO dalla STAMPA QUOTIDIANA
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Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi 2010-02-04Legittimo impedimento, la legge passa alla Camera La Camera ha approvato, tra le proteste dell'opposizione, la proposta di legge sul legittimo impedimento, che consente al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, di bloccare per 18 mesi i suoi processi. I sì sono stati 316, i voti contrari 239 e gli astenuti 40. La maggioranza ha approvato compatta il provvedimento, mostrando qualche crepa soltanto nel voto segreto su un emendamento, superato per 14 voti di scarto.
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Il Mio Pensiero:
AVVENIRE per l'articolo completo vai al sito internet http://www.avvenire.it2010-02-04 3 Febbraio 2010 PARLAMENTO Legittimo impedimento, la legge passa alla Camera La Camera ha approvato, tra le proteste dell'opposizione, la proposta di legge sul legittimo impedimento, che consente al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, di bloccare per 18 mesi i suoi processi. I sì sono stati 316, i voti contrari 239 e gli astenuti 40. La maggioranza ha approvato compatta il provvedimento, mostrando qualche crepa soltanto nel voto segreto su un emendamento, superato per 14 voti di scarto. Contro hanno votato Pd e Idv, mentre i centristi dell'Udc, che pure sono stati tra gli artefici del progetto, si sono alla fine astenuti. La maggioranza conta di approvare in via definitiva la legge al Senato entro un mese. Il provvedimento stabilisce che il premier può ottenere il rinvio dell'udienza dei processi in cui è imputato, perché "legittimamente impedito" dalle sue attività di governo a comparire in tribunale. Ogni rinvio può estendersi fino a 6 mesi, per un totale di 18 mesi. È sufficiente che la presidenza del Consiglio attesti l'esistenza di questo impedimento, perché il giudice rinvii il processo ad altra udienza. Queste norme sono estese anche ai ministri. Finora il giudice aveva un certo margine di discrezionalità nel decidere caso per caso se l'impedimento dell'imputato fosse legittimo e accordare o meno il rinvio. Si tratta di una "legge ponte", -- scade dopo 18 mesi dall'entrata in vigore -- varata nell'attesa che il Parlamento approvi una legge costituzionale sulle immunità, come ricorda il testo stesso della legge. "È il male minore", ha detto Giuseppe Vietti dell'Udc, sostenendo che il varo del "legittimo impedimento" avrebbe convinto la maggioranza ad accantonare il disegno di legge sul processo breve -- già approvato dal Senato e che ora viaggia a velocità ridotta in una commissione alla Camera in attesa di modifiche. Il "processo breve" estinguerebbe i processi non solo di Berlusconi ma di migliaia di altri imputati. L'Udc si è astenuta perché era contraria ad estendere il provvedimento ai ministri, puntando solo a riconoscere un vantaggio al premier "al centro di un certo accanimento giudiziario", come ha detto Pieferdinando Casini. Per l'opposizione di centrosinistra si tratta dell'ennesima legge ad personam ed è incostituzionale, perché che mette al riparo Berlusconi dai suoi processi violando la sentenza della Consulta sul "Lodo Alfano", secondo la quale la materia delle prerogative del presidente del Consiglio può essere affrontata soltanto con una legge costituzionale e non ordinaria. "È una scorciatoia che crea indignazione e repulsione", ha detto il segretario del Pd, Pierluigi Bersani. "Il presidente del Consiglio non vuole farsi giudicare e per questo tiene bloccata l'Italia". Berlusconi è imputato a Milano nei processi Mills e fondi neri Mediaset. Il Pdl sostiene invece che la legge permette al governo di lavorare con serenità e "contrasta l'uso politico della giustizia", come ha detto il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto. Ed è il primo passo di un percorso che dovrebbe portare al ripristino di un istituto della Costituzione fortemente ridimensionato nella stagione di Mani pulite: l'autorizzazione del Parlamento alla magistratura a procedere penalmente contro un parlamentare. Non è chiaro al momento quale provvedimento di rango costituzionale la maggioranza intende avanzare per fornire a Berlusconi uno scudo solido dai processi al termine dei 18 mesi di copertura del "legittimo impedimento". Una fonte della maggioranza ha detto oggi che "entro una o due settimane partirà al Senato un ddl costituzionale che ripropone il Lodo Alfano", la legge sull'immunità dai processi per le alte cariche dello Stato. Ma non è affatto escluso che il governo intenda sottoporre alle Camere una nuova versione dell'articolo 68 della Costituzione sulle immunità, ripescando l'istituto dell'autorizzazione a procedere. Il ministro della Giustizia Angelino Alfano, che oggi ha avuto un colloquio in Quirinale con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, non si è voluto sbilanciare. "Abbiamo discusso delle prospettive di riforma della giustizia su un piano di chiara e leale collaborazione", ha detto ai giornalisti, parlando del confronto con il Colle.
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CORRIERE della SERA
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L'UNITA' per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.unita.it2010-02-04 Legittimo impedimento, sì alla Camera. Bersani: Berlusconi blocca l'Italia Approvato alla Camera il legittimo impedimento: i voti a favore sono stati 316, quelli contrari 239, le astensioni 40. "Berlusconi non vuole farsi giudicare e blocca l'Italia", ha detto Bersani nel suo intervento in aula. "E' ora che prendete atto che gran parte del paese che governate non è disposto a chiamare 'riforma' delle norme che cambiano il processo in corso d'opera, a partita in corso, che non hanno carattere di astrattezza e generalità e oscurano il principio di uguaglianza". "Le scorciatoie per uno o per pochi suscitano in tanti repulsione e indignazione", ha aggiunto il leader Pd. "Cosa vuol dire discutere di salva processi e legge salva pentiti? E lodo alfano uno e due? La gente capisce l'essenziale. Sono tutte cose complicate ma in comune hanno una cosa semplice: c'è di mezzo berlusconi, un presidente del consiglio che non vuole farsi giudicare, e tiene fermo, incagliato, su questo punto l'Italia". Se "aveste la forza di rinunciare", ha detto il leader del Pd rivolgendosi alla maggioranza, "vi sarebbe una svolta". "Il presidente del Consiglio a questo punto della sua quindicennale vicenda poterebbe compiere un atto di responsabilità", ha insistito, e mettere "prima di tutto l'Italia, affrontare a viso aperto le situazioni fruendo dell'attuale quadro di garanzie che valgono per tutti i cittadini". Ma, ha aggiunto, "noi non udremo quelle parole da statista. Non udremo uno statista dire: 'Affronto a viso aperto i miei problemi e intanto voi risolvete le cose che vanno risolte'". No, ha insistito, "sentiremo la solita musica. Ci direte: 'Abbiamo il consenso, fateci governarè. Ma chi ve lo ha impedito" e "chi vi impedisce di governare?". "Andava fatta e l'abbiamo fatta", ha detto il ministro Bossi commentando con i cronisti alla Camera il primo via libera alla legge. "C'è sempre qualche moralista", ha aggiunto, "ma questa è la dimostrazione che la maggioranza è molto forte". E il ministro della giustizia Alfano: "Il legittimo impedimento altro non è che il diritto a governare da parte di chi ha vinto le elezioni, potendo godere non di un privilegio ma di un legittimo diritto a sottoporsi al processo senza che tale processo gli impedisca di governare". "È la strada - spiega il ministro - che consente di coniugare il diritto del cittadino-presidente del Consiglio a difendersi nel processo e il dovere del presidente del consiglio, in quanto tale, ad adempiere al proprio mandato di governo che gli è stato conferito". Michele vietti ha annunciato in aula l'astensione dell'Udc, spiegando che il voto favorevole non ci sarà perché la norma è estesa anche ai ministri oltre che al premier. "Non rinneghiamo la paternità del provvedimento - afferma Vietti - abbiamo individuato un passaggio stretto nelle pieghe della Corte Costituzionale, abbiamo costruito un ponte stretto: questo testo non ci entusiasma, in un paese normale non se ne discuterebbe, ma questo ahimé non è un paese normale" perché "il premier si considera, a torto o a ragione, vittima di una sistematica e annosa persecuzione giudiziaria". "Anche a costo di attacchi ma ormai ci abbiamo fatto le ossa, anche a costo di non lucrare sulla demagogia del giustizialismo a buon mercato come quello di Di Pietro - prosegue il centrista - noi ci siamo assunti la responsabilità di dire in pubblico quello che tutti dicono in privato: abbiamo detto che il re è nudo, il re sotto processo mette sotto scacco le istituzioni". Ma "senza l'alibi dei processi Berlusconi deve governare, deve dimostrare di saper affrontare i problemi gravi dell'Italia, senza scappare dalla crisi con la scusa di scappare dai giudici". "La reintroduzione di un ammortizzatore tra l'ordine giudiziario e la rappresentanza popolare - conclude Vietti - è un'esigenza non di Berlusconi ma del sistema democratico". Durissimo Antonio Di Pietro."Solo in un Paese barbaro e dittatoriale si può immaginare che un presidente del Consiglio si faccia fare una legge apposita per non farsi processare". "Votiamo no a quest'altra legge porcata che umilia le istituzioni", ha tuonato il leader Idv. "Si vergogni signor presidente del Consiglio che non c'è", ha esordito il leader dell'Idv, questa "è l'ennesima scelta immorale e incostituzionale" e "lei rappresenta il peggior capo del governo che la storia repubblicana e italiana ricordino". Già, ha detto, "ha utilizzato e utilizza i canali tv avuti come grazioso dono per confondere e illudere gli elettori". Ed è riuscito "a venire in parlamento con un manipolo di sodali e farsi leggi che le servono per risolvere i suoi guai giudiziari". Oggi, però, "sta succedendo qualcosa di più umiliante per le istituzioni", "sta chiamando in correità al suo progetto criminoso tutti i suoi ministri". Per Di Pietro, "in un paese serio sarebbe uno scandalo". "Lei è responsabile e mandante, sta ballando sul fuoco della rivolta sociale, mentre se la ride alla Nerone-maniera, migliaia di persone stanno perdendo il lavoro", ha aggiunto. Tuttavia, ha ammonito, "il tempo della resa dei conti si avvicina anche per lei. Il morso della fame e dell'incertezza sta inducendo milioni di italiani a considerare malrisposta la fiducia nei suoi confronti". Come Idv, "faremo il possibile per risvegliare le coscienze così che possano disarcionarla dalla sella del comando prima che sia troppo tardi". Duro scambio in aula tra il capogruppo Pdl Cicchitto e Di Pietro: quando Cicchitto, rivolto a Massimo D'Alema, gli dice che ha avuto bisogno di meno avvocati di Berlusconi anche perchè nei suoi confronti Di Pietro è stato più accondiscendente, l'ex pm che ascoltava in piedi, mentre dalla sinistra si levavano forti mugugni, con le mani ha fatto eloquente un gesto, dicendo: "Ma va...". E D'Alema ha replicato: "Io ho incontrato il giudice e ho risposto alle sue domande anche mentre ero presidente del consiglio. Poi, dopo otto anni di indagini, sono stato prosciolto senza alcuna legge di protezione o alcuna immunità. Questi sono i fatti, mentre la deformazione calunniosa non aiuta, con ogni evidenza, la civiltà del dibattito". "Io ho risposto a domande del giudice, l'ho incontrato, e poi sono stato prosciolto". Al momento del voto finale, in aula è scoppiata la bagarre, con tanto di lancio di oggetti, per la precisione palline di carta, tra i deputati della maggioranza e l'Italia dei valori. Quando il cartellone elettronico dei voti mostra che il provvedimento è passato dai banchi dei deputati dipietristi vengono sventolati cartelli con su scritto: "Costituzione violata, giustizia calpestata", "casta di intoccabili". Il presidente di turno, Antonio Leone, fa intervenire i commessi, ma a quel punto la situazione sembra sfuggire di mano. Dai banchi del Pdl partono cori contro l'Idv:"Contrada, Contrada!", e poi "Vergogna, vergogna!". Ad innescare la 'miccià è la deputata del pdl Alessandra Mussolini, che inizia a lanciare fogli di carta accartocciati contro gli esponenti dell'opposizione. Mussolini viene richiamata, ma oltre a lei altri deputati della maggioranza cominciano il lancio di palline di carta, che poi vengono rispedite al mittente dai deputati Idv. La scena sembra quella di un aula scolastica impazzita. I commessi riescono però a riportare all'ordine l'assemblea, anche se a fatica e dopo ripetuti richiami del presidente d'aula. Gli animi si sono scaldati già sull'intervento di Antonio Di Pietro, ripetutamente interrotto e contestato dai deputati del centrodestra, ma l'apice è stato raggiunto alle battute finali, prima sulla dichiarazione di voto del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani e del capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto e quindi durante gli interventi a titolo personale di Massimo D'Alema, Furio Colombo, Giulio Santagata. Bersani ha pronunciato metà del suo discorso tra le urla dei colleghi della maggioranza, e quando ha citato le dimissioni degli amministratori di centrosinistra indagati, il Pdl ha cominciato a urlare i nomi di Bassolino e Loiero. Ma il segretario del Pd è stato anche l'unico ad avere la standing ovation dal suo gruppo, anche i deputati di Idv e Di Pietro si sono alzati ad applaudirlo. L'Udc, che si è astenuto sul testo, non ha mostrato grande entusiasmo per le parole di Bersani e Pier Ferdinando Casini era fuori dall'Aula durante il discorso, dal Pdl invece sono arrivati anche parecchi 'Buuù. Anche l'intervento di Cicchitto, capogruppo Pdl, è stato contestato a più riprese dall'opposizione, la sua invettiva contro Bersani vittima della deriva giustizialista di Di Pietro è stata causa di uno scambio di sorrisi tra il segretario del Pd e il leader di Idv. Gli scambi di urla e proteste tra le due parti dell'emiciclo sono continuati sugli interventi di Furio Colombo, le cui parole sono state totalmente coperte da commenti della maggioranza, del tipo 'nascondete i bambini'. Santagata ha preso la parola per ricordare alla Lega che oggi è garantista ma qualche anno fa "agitava il cappio in quest'Aula contro Berlusconi", infine D'Alema ha voluto precisare la dinamica delle sue vicende giudiziarie, contestato anche lui, gli ha replicato Giancarlo Lehner: "Come mai hai candidato Di Pietro nel Mugello? Sei stato favorito!". E dai banchi del centrosinistra è partito un coro: "Scemo, scemo". L'idea che ha mosso la proposta di legge sul legittimo impedimento è di fornire al premier uno strumento per ottenere il rinvio dei suoi processi, in attesa che il Parlamento approvi una legge di rango costituzionale che gli fornisca uno scudo dalla giustizia penale. Il progetto di legge dice che il presidente del Consiglio è legittimamente impedito a presentarsi alle udienze dei suoi processi, di qualsiasi grado, quando svolge atti tipici della sua funzione; in questo caso il giudice, su richiesta di parte, è tenuto a rinviare il processo ad altra udienza - tempo massimo per ciascun rinvio, sei mesi - mentre si sospende il corso della prescrizione. Lo stesso vale per i ministri. Finora è il giudice che decide se accordare all'imputato il rinvio dell'udienza, valutando caso per caso se il motivo dell'impedimento avanzato dalla difesa sia "legittimo". Questa legge - dice il suo articolo 1 - non potrà valere per oltre 18 mesi dalla sua entrata in vigore e trova applicazione in attesa di una legge costituzionale sulla prerogative del presidente del Consiglio. L'idea di una "legge ponte" era venuta all'Udc, che l'aveva proposta come alternativa al ddl sul "processo breve", contestato da tutta l'opposizione, proprio nelle more di una legge costituzionale sull'immunità. 03 febbraio 2010
Ecco il blocca processi per premier e ministri Stop per 18 mesi per i processi che coinvolgono il presidente del Consiglio e i ministri. Queste le conseguenze della proposta di legge sul legittimo impedimento approvata questa sera dalla Camera e che ora sarà all'esame del Senato. Una volta diventata legge resterà appunto in vigore per 18 mesi , in attesa dell'eventuale approvazione di una disciplina costituzionale. RINVIO DEI PROCESSI: Durante il processo, il giudice rinvia l'udienza in presenza di legittimo impedimento ogni volta che sia richiesto dalla parte. Il rinvio può essere automaticamente di sei mesi qualora la presidenza del Consiglio attesti che l'impedimento è continuativo. LEGITTIMO IMPEDIMENTO: Per il presidente del Consiglio costituisce legittimo impedimento a comparire nelle udienze il concomitante esercizio di una o più attribuzioni previste dalle leggi o dai regolamenti, delle relative attività preparatorie e consequenziali, nonchè di ogni attività comunque coessenziale alle funzioni di governo. Per i ministri costituisce legittimo impedimento l'esercizio delle attività previste dalle leggi e dai regolamenti che ne disciplinano le attribuzioni, nonchè di ogni attività comunque coessenziale alle funzioni di governo. PRESCRIZIONE: Il corso della prescrizione rimane sospeso per l'intera durata del rinvio dell'udienza. VIGENZA DELLA LEGGE: Le norme si applicano fino all'entrata in vigore della legge costituzionale recante la disciplina organica delle prerogative del presidente del Consiglio e dei ministri, nonchè delle modalità di partecipazione degli stessi ai processi penali e comunque non oltre diciotto mesi. 03 febbraio 2010 |
il SOLE 24 ORE per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.ilsole24ore.com2010-02-04 L'abc del legittimo impedimento di Claudio Tucci commenti - | Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci 5 febbraio 2010 "Dai nostri archivi" Legittimo impedimento, per la stampa estera governo "blindato" Modifiche al legittimo impedimento sul fronte degli impegni del premier Via libera della Camera al legittimo impedimento Dal Pd un emendamento per abrogare il legittimo impedimento Il via al legittimo impedimento trova Bersani "schiacciato" tra Casini e Di Pietro Partirà dalla Commissione Giustizia, l'esame di Palazzo Madama alle nuove norme che introducono, per premier e ministri, se imputati, la "giustificazione" delle loro assenze dalle aule penali per legittimo impedimento. Il provvedimento, che si compone di soli 2 articoli, ha natura transitoria: durerà, al massimo 18 mesi, in attesa, cioè, che il Parlamento, con legge costituzionale, disciplini le prerogative del presidente del Consiglio e dei ministri, compresa, quella, sulla modalità della loro (eventuale) partecipazione ai procedimenti penali. Il ddl specifica le attività che danno luogo a "impedimento", rimandando a diverse ed eterogenee fonti normative, la legge 400/1988, articoli 5, 6 e 12, il Dlgs 303/1999, il regolamento interno del Consiglio dei ministri, da cui si desumere che il Legislatore intenda, come legittimamente ostativo, per premier e ministri, il "concomitante esercizio" di una o più delle attribuzioni collegate al particolare incarico pubblico ricoperto dall'interessato, come, pure, di "ogni altra attività, comunque, coessenziale alle funzioni di Governo". Un novero di "impegni", quindi, potenzialmente, molto ampio. E se, certamente, non ci saranno problemi a considerare "legittimo impedimento" la partecipazione al Consiglio dei ministri o alla Conferenza unificata, o a incontri e impegni internazionali, la platea di "giustificazioni" potrebbe allargarsi, anche, ad altre attività, di discutibile impegno pubblico. E proprio per evitare questi "rischi" che impedirebbero la partecipazione a un eventuale udienza, la Camera, nel licenziare il testo del ddl, ha approvato, anche, un centinaio di ordini del giorno, elencando, uno per uno, tutto quello che il Governo si impegnerà a non considerare legittimo impedimento, ai sensi dell'articolo 420-ter, del codice di procedura penale, una volta licenziata definitivamente la legge. Solo, per fare qualche esempio, Palazzo Chigi non dovrà giustificare le assenze di premier e ministri dalle aule giudiziarie perché impegnati alla festa del Santissimo Crocifisso di Monreale (Pa), alla fiera primaverile degli uccelli a Sacile (Pn), alla sagra dello spiedino a Castello d'Agogna (Pv), o alla disfida del soffritto di maiale a Flumeri (Av). Non dovrà essere consentito "marinare" l'udienza, neanche per partecipare alla presentazione di libri, a conferenze stampa, o a convegni e meeting politici, come, feste provinciali, scuole di formazione, inaugurazioni di nuove sedi di partito. Ecco una rapida guida di lettura per spiegare, passo per passo, tutte le novità contenute nelle nuove norme sul legittimo impedimento (e la sua definizione), assieme a una breve spiegazione dell'istituto. Assenze "giustificate" del premier (articolo 1, comma 1). Il presidente del Consiglio dei ministri può invocare il legittimo impedimento a comparire in un'udienza penale, qualora imputato, in caso di concomitante esercizio di una o più delle attribuzioni previste per leggi o dai regolamenti e delle relative attività preparatorie e consequenziali, nonché di ogni attività, comunque, coessenziale alle funzioni di Governo. Campo d'applicazione (articolo 1, comma 6). Le nuove norme sul legittimo impedimento si applicano, anche, ai processi penali in corso, in ogni fase, stato o grado si trovino, alla data di entrata in vigore della presente legge. Dichiarazione di legittimo impedimento, procedure ed effetti (articolo 1, commi da 3 a 5). Si prevede che il giudice, attivato dalla richiesta di parte, rinvii il processo penale ad altra udienza, quando ricorrano le ipotesi in cui si ravvisa legittimo impedimento a comparire per premier e ministri. Tuttavia, si precisa che ove la presidenza del Consiglio dei ministri attesti che l'impedimento è continuativo e correlato allo svolgimento delle funzioni di cui alla presente legge, il giudice è tenuto a rinviare il processo a udienza successiva al periodo indicato, che non può, comunque, essere superiore a 6 mesi. Il rinvio dell'udienza per "legittimo impedimento" non influisce sul corso della prescrizione del reato, che rimane sospeso per l'intera durata del rinvio. La prescrizione riprende il suo corso dal giorno in cui è cessata la causa della sospensione. Efficacia delle nuove norme (articolo 2, comma 1). Si chiarisce che le nuove norme sul legittimo impedimento hanno natura temporanea, fino, cioè, a quando non entri in vigore la legge costituzionale recante la disciplina organica delle prerogative del premier e dei ministri, nonché della disciplina attuativa delle modalità di partecipazione degli stessi ai processi penali e, comunque, non oltre 18 mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge. Entrata in vigore (articolo 2, comma 2). Le nuove norme entrano in vigore il giorno successivo a quello della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Legittimo impedimento dei ministri (articolo 1, comma 2). Per i ministri costituisce legittimo impedimento a comparire nelle udienze dei procedimenti penali quali imputati, l'esercizio delle attività previste da leggi e regolamenti che ne disciplinano le attribuzioni, nonché di ogni attività, comunque, coessenziale alle funzioni di Governo.
Via libera della Camera al legittimo impedimento di Nicoletta Cottone commenti - | Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci 3 febbraio 2010 Modifiche al legittimo impedimento sul fronte degli impegni del premier Proposta Pd: priorità ai processi a carico di parlamentari "Dai nostri archivi" Modifiche al legittimo impedimento sul fronte degli impegni del premier Intervista a Rao (Udc): "Rivendichiamo la paternità e il coraggio del legittimo impedimento" Il via al legittimo impedimento trova Bersani "schiacciato" tra Casini e Di Pietro Dal Pd un emendamento per abrogare il legittimo impedimento Camere di nuovo al lavoro sotto il segno della giustizia Via libera della Camera allo scudo del legittimo impedimento a comparire in udienza per premier e ministri, se imputati. Il semaforo verde al provvedimento si è acceso con 316 sì, 239 no e 40 astenuti ed è stata subito bagarre in aula, con lancio di palline di carta, tra i deputati della maggioranza e l'Italia dei valori, urla, proteste, insulti e cartelli di protesta. Il provvedimento "ponte", resterà in vigore per non più di 18 mesi in attesa dell'approvazione del Lodo Alfano bis per via costituzionale. Da Palazzo Chigi l'ok alle assenze ai processi. Sarà palazzo Chigi a certificare il legittimo impedimento per premier e ministri a comparire in udienza. Un emendamento approvato della commissione Giustizia, messo a punto dal relatore Enrico Costa (Pdl), stabilisce, infatti, che "ove la presidenza del Consiglio dei ministri attesti che l'impedimento è continuativo e correlato allo svolgimento delle funzioni di cui alla presente legge, il giudice rinvia il processo ad udienza successiva al periodo indicato". Per l'opposizione sarà "una sorta di autocertificazione", che consentirà agli esponenti del governo di non presentarsi ai processi senza nessuna verifica sulla fondatezza dei motivi addotti. Toni forti dell'opposizione nelle dichiarazioni di voto. Intanto nel corso delle dichiarazioni di voto toni forti per i no al provvedimento dell'opposizione. "Le scorciatoie per uno o per pochi – ha sottolineato il segretario del Pd Pierluigi Bersani accompagnato dagli applausi di Pd e Idv - suscitano in tanti repulsione e indignazione". Il leader dell'Italia dei valori Antonio di Pietro: ha detto "convintamente no a questa legge porcata", che ha "un solo mandante esecutore, Silvio Berlusconi". Ha annunciato l'astensione dell'Udc Michele Vietti, "pur non rinnegandone la paternità del provvedimento, seppur in una versione che si é geneticamente modificata". Astenuti anche i liberaldemocratici e minoranze linguistiche. Annunciando il sì del suo gruppo, il leghista Roberto Cota ha detto che è "un provvedimento equilibrato, necessario per garantire il principio sacrosanto della sovranità popolare". Per il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, "la proposta d'introduzione dell'istituto del legittimo impedimento mira a superare il conflitto tra la tutela dell'organizzazione e dell'esercizio dell'attività del Presidente del Consiglio e dei membri del Governo, - espressione, di una maggioranza legittimata dall'indicazione popolare attraverso il voto, - e l'attività giurisdizionale diretta ad accertare la responsabilità delle stesse cariche istituzionali per eventuali reati. Infatti, qualora non fosse approvata una tale normativa, ne deriverebbe inevitabilmente una consequenziale lesione degli interessi delle istituzioni Governative e quindi dell'interesse pubblico". La maggioranza ha resistito alla prova del voto segreto. La maggioranza resiste all'incognita del voto segreto: con 14 voti di scarto, infatti, l'Aula della Camera ha respinto un emendamento Udc, votato a scrutinio segreto, su cui il governo aveva espresso parere contrario. Fallito, dunque, il blitz Pd-Udc per cancellare la norma che estende ai ministri la facoltà di avvalersi dell'impedimento istituzionale per saltare un'udienza in un processo penale. Non è legittimo impedimento la partecipazione a sagre, fiere, feste di paese e meeting politici. Una curiosità: il governo ha accolto, con un certo imbarazzo, gli ordini del giorno delle opposizioni che stabiliscono che non siano legittimo impedimento a comparire in udienze, per premier e ministri, la partecipazione a sagre, fiere e feste di paese. Esclusi anche meeting, incontri di partito e politici. Battibecco in aula fra i leghisti e Rosy Bindi. Lavori fermi questa mattina in aula per un battibecco tra la Lega Nord e la vicepresidente della Camera Rosy Bindi. I deputati del Carroccio hanno esposto in aula la prima pagina della Padania, che inneggia all'approvazione di una legge anti-burqa in Italia. La cosa non è piaciuta alla vicepresidente Bindi: la Camera, ha commentato, "non è un'edicola". Polemica la replica dei leghisti, con sospensione della seduta per i 20 minuti regolamentari prima dell'inizio delle votazioni. 3 febbraio 2010
Il via al legittimo impedimento trova Bersani "schiacciato" tra Casini e Di Pietro di Emilia Patta commenti - | Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci 3 febbraio 2010 "Dai nostri archivi" Via libera della Camera al legittimo impedimento Legittimo impedimento, per la stampa estera governo "blindato" Intervista a Rao (Udc): "Rivendichiamo la paternità e il coraggio del legittimo impedimento" IL PUNTOIl "ponte tibetano" ha senso solo se verrà la riforma della giustizia Dal Pd un emendamento per abrogare il legittimo impedimento Legittimo impedimento come "ponte" verso un lodo Alfano bis costituzionale. "È una soluzione ponte necessaria in attesa di una legge costituzionale che consenta alle massime cariche dello Stato di svolgere il loro mandato istituzionale nella pienezza dei propri poteri. E speriamo che ciò possa favorire una più ampia riforma della giustizia e un'organica riforma istituzionale". Mentre la legge sul legittimo impedimento ottiene il via libera da parte della Camera con un'opposizione divisa – no di Pd e Idv e astensione dell'Udc – è il finiano Aldolfo Urso a spiegare la ratio della maggioranza: mettere al riparo il premier per un anno e mezzo dai processi già aperti e da quelli che potrebbero aprirsi in modo da poter avviare con più serenità il processo riformatore, dalla giustizia alla forma di stato. In questo senso, pur nella ribadita contrarietà al legittimo impedimento, si può intravvedere un sospiro di sollievo anche dalla parte del partito democratico. Legittimo impedimento o reintroduzione dell'immunità: sono in molti nel Pd a pensare che sia la strada del male minore rispetto a un contestatissimo processo breve, ora "congelato" fino all'estate. Piero Fassino lo aveva detto chiaramente in un'intervista al Sole-24 Ore di qualche giorno fa: "Il lodo bis? Lo presentino pure, i numeri li hanno, non è che l'opposizione può avallare tutte le scelte del governo". Insomma, il Pd in questa fase non può non votare contro i provvedimenti sulla giustizia. In piena campagna elettorale (per le regionali si vota il 27 e 28 marzo) il maggiore partito di opposizione non può lasciare l'arma dell'antiberlusconismo in mano all'alleato Di Pietro. Il rischio piuttosto è quello di allargare il solco con l'Udc, solco già fattosi profondo dopo la vicenda delle primarie pugliesi vinte dal "rosso" Nichi Vendola contro il "moderato" Francesco Boccia sostenuto da Pd e Udc. E i toni alti della minoranza interna di questi giorni stanno lì a sottolineare le difficoltà in cui si trova il leader Pier Luigi Bersani, per il quale la strategia dell'alleanza con i centristi di Pier Ferdinando Casini resta valida nonostante le vicende pugliesi e le divisioni sulla giustizia di questi giorni. Anche in questo senso le regionali saranno un crocevia: un risultato anche solo discreto (e il 30% dell'ultimo sondaggio Ipsos-Il Sole 24 Ore è tutto sommato un buon risultato) basterebbe a mantenere Bersani in sella. E a dare nuovo vigore alla strategia dell'alleanza con l'Udc nonché al dialogo con la maggioranza su riforma della giustizia e riforme istituzionali. 3 febbraio 2010
Intervista a Rao (Udc): "Rivendichiamo la paternità e il coraggio del legittimo impedimento" di Nicoletta Cottone commenti - | Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci 3 febbraio 2010 "Dai nostri archivi" Modifiche al legittimo impedimento sul fronte degli impegni del premier Pd sotto schiaffo tra Vendola e il caso Bologna: resta il nodo delle alleanze Casini: "Il ddl sul processo breve è un'amnistia mascherata" Via libera della Camera al legittimo impedimento No alcol ai minori di 16 anni. Udc: l'Italia segua la Moratti Per il deputato centrista, nell'intervista al Sole24Ore.com, il processo breve è slittato grazie alla mediazione dell'Udc
"Rivendichiamo la paternità e il coraggio del provvedimento sul legittimo impedimento". A dirlo al Sole 24 Ore.com il deputato dell'Udc Roberto Rao. Molte riforme, per il deputato Udc, non si fanno "per le difficoltà processuali del premier che creano un alibi per non affrontare le riforme e i problemi del Paese". È chiaro, dice Rao, che la "legge non è quella che avremmo voluto" e l'Udc "non l'avrebbe mai portata avanti se non ci fosse stata la spada di Damocle del processo breve, con conseguenze per le vittime dei reati che avrebbero visti denegati i propri diritti". Rao reclama come merito della mediazione dei centristi il fatto che l'esame del processo breve sia slittato fino a giugno. "Abbiamo adottato - ha detto - la politica della riduzione del danno". La previsione del calendario di audizioni della presidente della commissione Giustizia, Giulia Bongiorno, fino a giugno "significa mettere il provvedimento non dico su un binario morto, ma rallentarlo. Sperando che alla fine sul binario morto ci vada davvero". Il testo, comunque, rivendica Rao, è stato migliorato rispetto alle prime ipotesi targate Pdl (da Michaela Biancofiore a Enrico La Loggia) che ampliavano le possibilità di legittimo impedimento del premier. "Sono intervenute modifiche migliorative per rendere il provvedimento più stringente". Certo, alcuni punti non convincono, sottolinea il deputato centrista. "Non ci convince che sia Palazzo Chigi a certificare il legittimo impedimento per premier e ministri a comparire in udienza, la sospensione di 6 mesi, la durata della legge ponte che eviterà i processi al Cavaliere e ai suoi ministri per 18 mesi, la possibilità di reiterazione". Ora, comunque, chiude Rao, "la speranza è che si marci seriamente verso le riforme". 3 febbraio 2010 |
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